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AMERICANA A ROMA

La Gara

Il colpo d’occhio è notevole: una gara di atletica in una piazza al centro della città. Una manifestazione tutta particolare, originale e altamente spettacolare che richiama sempre un folto pubblico a ridosso delle transenne che delineano il circuito. 
Stiamo parlando di UN’AMERICANA A ROMA, competizione dalla formula “rubata” al ciclismo dove una macchina gestisce l’andatura controllata tra una volata e l’altra, imponendo il ritmo di recupero nel tratto lento, un po’ come avviene negli avvii del trotto con l’auto-starter, per dar modo anche ai meno accreditati di recuperare prima del nuovo sprint, nel quale viene eliminato l’ultimo atleta che taglia la linea del traguardo.

La gara nasce un po’ per caso nel lontano 1989 allo Stadio delle Terme di Caracalla da un idea di Max Monteforte (Responsabile Top Atleti della Maratona di Roma), che riesce fin da subito a raggruppare un discreto stuolo di atleti per darsi battaglia. 
All’inizio è una gara autogestita che si organizza a fine giugno, dove per tutti al termine della manifestazione c’è modo di festeggiare l’arrivo dell’estate con un ristoro a base di dolcissimo cocomero.

Fino al 1999 la manifestazione è sempre organizzata all’interno dello Stadio delle Terme di Caracalla, poi grazie a Patrizio Mancini, Presidente del Roma Road Runners Club, ed alla Sky Runner di Max Monteforte nasce l’idea di portare la gara in piazza, in uno scenario popolare come quello di Piazza Don Bosco, al Tuscolano: nasce cosi ufficialmente UN’AMERICANA A ROMA, che vanta nel palmares nomi di assoluto prestigio internazionale. Nel famoso quartiere del Decimo Tuscolano, (quello di Distretto di Polizia”, il seguitissimo telefilm che racconta imprese e amori di un gruppo di poliziotti di gran cuore) prende il via una gara unica nel suo genere.
La formula risulta particolarmente coinvolgente anche e soprattutto per gli spettatori che restano colpiti dalla velocità degli sprint e del meccanismo delle eliminazioni. 
Oltre 3000 persone fanno da cornice rumorosa ad una piazza che diventa pista, dove sudore, qualche gomitata proibita, volate all’ultimo sangue ed atleti che sembrano bolliti e fuori gara e invece risorgono negli ultimi dieci metri, sono il bello di quest’evento sicuramente molto appassionante (vedere per credere). Una competizione dove non sempre vince il più forte o titolato ma spesso ce la fa il più scaltro o coraggioso.

Per entusiasmarsi, poi, non serve sapere di atletica leggera e di record ma basta affacciarsi alla piazza e godersi uno spettacolo fatto di volate mozzafiato, recuperi all’ultimo centimetro o crolli repentini.

Edizione 2009

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